Non era cominciata male la partita, sotto tutti gli aspetti. Prima dell'inizio, i tifosi della Curva A avevano distribuito un volantino che recitava così: "Nonostante la serie di risultati negativi e l'andamento della squadra, la linea di condotta di questa curva è quella del massimo sostegno. In base a ciò oggi ci aspettiamo una reazione dalla squadra, che comunque avrà tutto il nostro appoggio...anche nei momenti di massima difficoltà della partita! Anche se tanti sono gli atteggiamenti che non ci vanno giù da parte dei nostri calciatori, questo non può condizionare principi base della nostra mentalità come il sostegno incondizionato, specie in un giorno dove si festeggia un sentimento, come l'amore, che ci lega a quella maglia e a quei colori".
Insomma, una dichiarazione d'affetto a margine di un periodo delicato, in cui comunque i tifosi hanno carpito qualche strano atteggiamento da parte dei calciatori. Al fischio di inizio della gara il San Paolo è tutto con il Napoli, lo incita a gran voce, spingendolo a superare questa una crisi che il gol di Maggio sembra voler allontanare definitivamente. Il pasticcio della difesa azzurra però, che nella stessa azione compie almeno tre errori determinanti, riporta tutti sulla terra. La squadra in primis, che subisce il colpo e va in ambasce, e il pubblico a ruota: iniziano i primi malumori, vola qualche fischio all'indirizzo di qualche calciatore non troppo preciso negli appoggi. Pazienza, Cannavaro, Gargano e Denis sono i più beccati, ma la speranza è l'ultima a morire, e con un'ora di partita da giocare tutti credono che il Napoli possa far suoi i tre punti. I minuti iniziano a scivolare via, la fine del primo tempo racconta di qualche fischio piovuto giù dai Distinti e dalle Tribune, mentre le due curve invocano una pronta reazione. Che non arriverà, neanche stavolta. La pazienza inizia a venir meno, insieme alla convinzione di poter vincere la partita. Alla sostituzione di Cannavaro il "fischiometro" raggiunge picchi altissimi: il capitano lascia il campo applaudendo comunque i supporters azzurri. Poi la sorpresa, perchè se fino a qualche tempo fa il bersaglio principale era Edy Reja, ora i tifosi iniziano ad allargare i loro orizzonti, e anche la società viene presa di mira. E al quarantottesimo minuto, quando il mediocre Banti fischia la fine della gara, il pubblico riserva agli azzurri quella che si può considerare come la prima vera e propria contestazione dell'era De Laurentiis. In Curva B appare uno striscione, che poi verrà portato anche all'esterno del sottopassaggio dove entrano i pullmann delle squadre: "Aurelio, un solo acquisto tutto sommato, cerchi un 3x2 a prezzo scontato? Manda Marino al supermercato".
Un invito più che esplicito per il Presidente azzurro. Ai giocatori, che lasciano lo stadio sul bus della società, un gruppo di tifosi grida "Noi vogliamo gente che lotta". Con la speranza che avvenga già con il Genoa domenica prossima.
Insomma, una dichiarazione d'affetto a margine di un periodo delicato, in cui comunque i tifosi hanno carpito qualche strano atteggiamento da parte dei calciatori. Al fischio di inizio della gara il San Paolo è tutto con il Napoli, lo incita a gran voce, spingendolo a superare questa una crisi che il gol di Maggio sembra voler allontanare definitivamente. Il pasticcio della difesa azzurra però, che nella stessa azione compie almeno tre errori determinanti, riporta tutti sulla terra. La squadra in primis, che subisce il colpo e va in ambasce, e il pubblico a ruota: iniziano i primi malumori, vola qualche fischio all'indirizzo di qualche calciatore non troppo preciso negli appoggi. Pazienza, Cannavaro, Gargano e Denis sono i più beccati, ma la speranza è l'ultima a morire, e con un'ora di partita da giocare tutti credono che il Napoli possa far suoi i tre punti. I minuti iniziano a scivolare via, la fine del primo tempo racconta di qualche fischio piovuto giù dai Distinti e dalle Tribune, mentre le due curve invocano una pronta reazione. Che non arriverà, neanche stavolta. La pazienza inizia a venir meno, insieme alla convinzione di poter vincere la partita. Alla sostituzione di Cannavaro il "fischiometro" raggiunge picchi altissimi: il capitano lascia il campo applaudendo comunque i supporters azzurri. Poi la sorpresa, perchè se fino a qualche tempo fa il bersaglio principale era Edy Reja, ora i tifosi iniziano ad allargare i loro orizzonti, e anche la società viene presa di mira. E al quarantottesimo minuto, quando il mediocre Banti fischia la fine della gara, il pubblico riserva agli azzurri quella che si può considerare come la prima vera e propria contestazione dell'era De Laurentiis. In Curva B appare uno striscione, che poi verrà portato anche all'esterno del sottopassaggio dove entrano i pullmann delle squadre: "Aurelio, un solo acquisto tutto sommato, cerchi un 3x2 a prezzo scontato? Manda Marino al supermercato".
Un invito più che esplicito per il Presidente azzurro. Ai giocatori, che lasciano lo stadio sul bus della società, un gruppo di tifosi grida "Noi vogliamo gente che lotta". Con la speranza che avvenga già con il Genoa domenica prossima.
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