domenica 15 febbraio 2009

E adesso tutti in ritiro


Autoconsegnati. «Andiamo da martedì in ritiro, lo abbiamo deciso noi», l’annuncio del difensore Contini mezz’ora dopo il pareggio con il Bologna e i fischi dei trentacinquemila del San Paolo. Ieri il Napoli è tornato a Castelvolturno per una notte: da oggi giocatori liberi per 48 ore, poi un altro ritiro in vista del confronto con il Genoa, 90 minuti chiave per continuare a sperare nell’Europa.
La decisione è scattata negli spogliatoi subito dopo la contestazione. Pesante, con un tratto di ironia emerso nello striscione esposto dai tifosi della curva B: Marino e De Laurentiis invitati ad andare al supermercato per un acquisto con la formula tre per due. Smarriti in campo gli azzurri, Reja si è messo in testa al gruppo che è rientrato negli spogliatoi tra i fischi. «In questo momento dobbiamo essere più che mai uniti, ecco perché da martedì staremo insieme. Occorre lavorare duramente, senza cercare alibi», l’osservazione di Contini. E infatti è il primo a non accampare scuse: «Fallo di mani sul gol del Bologna? Non ho visto. Ma comunque è andata, che senso ha parlarne ancora?». Delusione. Rabbia. Pensieri confusi. Che cosa mai succede al Napoli? «Un po’ di calo fisico. Mancano i risultati. E poi ci gira anche male. Ma dobbiamo andare avanti. Sull’1-1 non siamo andati in confusione, abbiamo cercato di vincerla questa partita per dedicare i tre punti ai tifosi. Ma non ci siamo riusciti.
La voglia di riscatto è grande: fosse per me, scenderei in campo domani», dice Contini, finalmente sollevando lo sguardo verso i giornalisti. E la contestazione dei tifosi? «Il pubblico, in particolare gli spettatori delle curve, hanno sostenuto il Napoli. Alla fine, sono arrivati i fischi e li accettiamo perché noi andiamo in campo per la gente», spiega il difensore, tra i primi a confortare l’amico Cannavaro. Poco è durata l’illusione dopo il gol di Maggio, il quarto in campionato. L’11 gennaio aveva firmato la vittoria sul Catania, l’unica nel 2009. Ma non è bastato questo colpo. «Siamo amareggiati perché non era questo il risultato che volevamo dopo un periodo di difficoltà. Sentiamo di non meritare questa classifica», spiega Maggio. La zona Uefa rischia ulteriormente di allontanarsi stasera. «Sì, ci sentiamo un po’ penalizzati: avremmo meritato di più, specialmente nelle ultime settimane. Ma dobbiamo andare avanti a testa alta. È un periodo difficile, però io conosco a fondo il carattere e la qualità di questo gruppo: ne verremo fuori». Da martedì si lavorerà e si rifletterà a Castelvolturno, un lungo ritiro come quello deciso dalla società una settimana prima che riprendesse il campionato: la clausura per smaltire le tossine post natalizie, eppure il Napoli brillante che era arrivato in zona Champions non si vede più. Dov’è finito, Maggio? «Quando non arrivano i risultati, vengono fuori tanti discorsi. E non è giusto, perché a volte si individuano pecche che non esistono. Gli attaccanti, ad esempio: è facile accusarli quando non si vince, ma questa squadra è compatta». Bisogna spiegarlo ai tifosi. «Fanno male i loro fischi, però giustamente la gente pretende», spiega Maggio, convinto che il Napoli migliorerà, e presto, anche grazie al contributo dell’ultimo arrivato. «Datolo ha pagato la stanchezza nel finale. Ci darà una mano, una grande mano».

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