E’ prossima all’andare in scenda una delle sfide più affascinanti del calcio italiano, tra due realtà storiche che, dopo le miserie di questi anni ‘90 stanno lentamente cercando di tornare ai fasti di un passato che pare lontanissimo.
Il Genoa di Gasperini, squadra dal gioco spumeggiante e a trazione anteriore si presenta al San Paolo col suo lungo elenco di napoletani (Criscito, Bocchetti, Palladino) decisa a riprendere la corsa Champions interrotta una settimana fa quando fu capace di farsi recuperae ben 3 gol dalla Fiorentina, anzi da Adrian Mutu. Roba che, se fosse capitato a Reja un simile evento, la lapidazione in Piazza del Plebiscito sarebbe risultata la pena minore. Ma il ‘Gaspe’ è il ‘Gaspe’ e non fa niente se il suo Genoa da 2 anni, pur avendo squadre molto competitive ed una società che cerca di fare mercato in funzione del suo modulo (dato che non riscontriamo avvenga invece nel rapporto Marino-Reja) si piazza regolarmente alle spalle del club azzurro. Cose che capitano quando si fa ‘calcio champagne’, troppo champagne rischia di andare alla testa causando il cosiddetto ’sott è ncopp’, che auspiachiamo si ripeta anche in questa stagione.
Il Napoli di Reja invece, ammainate le a dir poco velleitarie ambizioni Champions, è tornato coi piedi per terra ed è una terra pesante e melmosa, che sa tanto di quelle sabbie mobili da metà classifica da cui è difficile sfuggire e che, anno dopo anno, catturano sempre più compagini. Figlie illegittime di quel grande obbrobbrio che è la serie A a 20 squadre di cui 6 vincono l’orsacchiotto, 3 vanno all’inferno e le altre 11 bivaccano in attesa di una stagione migliore. Noi non vogliamo che il Napoli si arrenda ad un anno incolore dopo un avvio di stagione da infarto. Ora che, dopo anni di tristezze, c’ha fatto nuovamente respirare un po’ d’aria d’alta quota l’ambizione massima deve essere raggiungere il 6° posto e la zona Uefa. E caro Grifone, sarai pur arrabbiato e in corsa per i tuoi obiettivi, ma i 3 punti ci servono come il pane e il pane non si toglie mai dalle mani di un affamato.
Il Genoa di Gasperini, squadra dal gioco spumeggiante e a trazione anteriore si presenta al San Paolo col suo lungo elenco di napoletani (Criscito, Bocchetti, Palladino) decisa a riprendere la corsa Champions interrotta una settimana fa quando fu capace di farsi recuperae ben 3 gol dalla Fiorentina, anzi da Adrian Mutu. Roba che, se fosse capitato a Reja un simile evento, la lapidazione in Piazza del Plebiscito sarebbe risultata la pena minore. Ma il ‘Gaspe’ è il ‘Gaspe’ e non fa niente se il suo Genoa da 2 anni, pur avendo squadre molto competitive ed una società che cerca di fare mercato in funzione del suo modulo (dato che non riscontriamo avvenga invece nel rapporto Marino-Reja) si piazza regolarmente alle spalle del club azzurro. Cose che capitano quando si fa ‘calcio champagne’, troppo champagne rischia di andare alla testa causando il cosiddetto ’sott è ncopp’, che auspiachiamo si ripeta anche in questa stagione.
Il Napoli di Reja invece, ammainate le a dir poco velleitarie ambizioni Champions, è tornato coi piedi per terra ed è una terra pesante e melmosa, che sa tanto di quelle sabbie mobili da metà classifica da cui è difficile sfuggire e che, anno dopo anno, catturano sempre più compagini. Figlie illegittime di quel grande obbrobbrio che è la serie A a 20 squadre di cui 6 vincono l’orsacchiotto, 3 vanno all’inferno e le altre 11 bivaccano in attesa di una stagione migliore. Noi non vogliamo che il Napoli si arrenda ad un anno incolore dopo un avvio di stagione da infarto. Ora che, dopo anni di tristezze, c’ha fatto nuovamente respirare un po’ d’aria d’alta quota l’ambizione massima deve essere raggiungere il 6° posto e la zona Uefa. E caro Grifone, sarai pur arrabbiato e in corsa per i tuoi obiettivi, ma i 3 punti ci servono come il pane e il pane non si toglie mai dalle mani di un affamato.
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